Foundation and early years

Fondazione e primi anni
Il 3 maggio 1981, il padre Carlos Buela ebbe l’ispirazione di fondare una famiglia religiosa.
Il 25 marzo 1984 diede inizio all’esperienza religiosa nella diocesi di San Rafael, una piccola diocesi dell'Argentina, situata nella Provincia di Mendoza, molto vicina alle Ande.
Nel 1985 fu fondata la Villa di Luján, futura casa madre della Congregazione e Mons. Leon Kruk approvò l’esperienza di vita comunitaria come Associazione Pubblica di Fedeli.
Un po' alla volta, l'Istituto si estese oltre i limiti della diocesi di San Rafael e dell’Argentina. Nel 1987, l'Istituto fondò la prima missione in Perù. Nel 1989 la presenza si estese negli Stati Uniti d'America, a New York City. Pochi giorni dopo alcuni sacerdoti giunsero a Roma per perfezionare i loro studi nelle Università Pontificie.
Nel 1987, venne fondato ufficialmente il Seminario Minore. Nel 1988, furono fondati il noviziato maschile, il ramo femminile e il ramo contemplativo maschile. Quello stesso anno, si svolse il primo Capitolo generale. Il secondo Capitolo fu celebrato nel 1989.
Nell'anno 1992, l'Istituto aprì case in Russia, in Israele e in Egitto. Nel 1993 a Taiwan, e nel 1994 in Ucraina e Brasile.
Processo canonico
Nel 1994 si celebrò il Terzo Capitolo Generale: San Giovanni Paolo II fu proclamato Padre dell’Istituto, furono approvate e presentate ufficialmente le proprie Costituzioni all’autorità competente e si chiese l’erezione canonica come Istituto Religioso.
Dal 1995 al 2001 la Santa Sede diede l’incarico a tre commissari pontifici di accompagnare l'Istituto. In quegli anni, la stessa Santa Sede manifestò la sua fiducia affidando una Missio sui Iuris per fondare la Chiesa in Tagikistan, un gesto mai fatto in precedenza con un'Associazione Pubblica di Fedeli com'era allora il Verbo Incarnato.
Nel 2001 San Giovanni Paolo II decise il trasferimento della Casa Generale nella Diocesi suburbicaria di Velletri-Segni e la convocazione del Quarto Capitolo Generale dando termine al periodo di accompagnamento.
Nel 2004 Mons. Andrea Maria Erba eresse l'Istituto come Istituto Religioso di Diritto diocesano. Era l’8 di maggio, festa della Vergine di Lujan, che sarà proclamata in seguito Patrona dell’Istituto.
Espansione
Il trasferimento della Casa Generalizia in Italia favorì una notevole espansione: fondazione del Seminario Maggiore “San Vitaliano Papa”, del Seminario Minore “San Giovanni XXIII”, del Centro di Alti Studi “San Bruno di Segni”, della Casa Editrice del Verbo Incarnato, del Progetto Culturale Cornelio Fabro. Alcuni sacerdoti e suore vennero assunti come professori nelle Università Pontificie: Angelicum, Urbaniana, Università Europea di Roma, Laterana. Lo stesso si è verificato in altre provincie religiose con case editrici, collaborazione qualificata in centri di Studi, Accademie, Seminari diocesani. Di particolare importanza la fondazione del Seminario nelle Filippine, della Casa de Formazione Monastica a El Pueyo (Spagna) e l’accordo di collaborazione con l'Accademia Gustav Siwert (Germania).
Nuove parrocchie e apostolati furono a affidati alla Famiglia Religiosa: a Palermo, a Tarquinia, a Trivento, a Canneto, a Ravenna, ad Asti, a Morolo in Italia; a Brooklin, a San Jose, California, a Bridgetown, a New York, a Washington, a Phoenix, nell' Ohio, a Mankato, a Chicago, a Filadelfia, nel Bronx in USA; a San Bernardo nel Chile; a La Plata in Argentina; a Lotward in Kenya; a Mucachevo in Ucrania; a Reykjavík in Islanda; a Omsk in Siberia; a Uljanovsk, a Khabarovsk, in Russia; a Rumbek in Sudan; a Il Cairo, ad Alessandria, in Egitto; a Seforis in Israele; a Shymkent in Kazakistan; a La Marsa, Tunisia; a Le Luc-en-Provence, in Francia ; a Killmyshall in Irlanda; a Manresa in Spagna; a Manila nelle Filippine; ad Atene in Grecia; a Nuuk in Groenlandia; a Bagdad in Iraq; a Oruro in Bolivia; a Alkmaar in Olanda; a Santiago de Compostela in Spagna.

Un regalo di 30 nuovi “tabernacoli”
Nel 2009 in occasione del venticinquesimo anniversario della fondazione, Padre Carlos Buela offrì alla Madonna – imitando il gesto di Madre Teresa di Calcutta – 30 nuovi “tabernacoli” (fondazioni), e altri 30 per il ramo femminile, cercando di venire incontro alle più di 300 richieste di aiuto di Vescovi di tutto il mondo. Grazie alla generosità di tutti, in meno di 2 anni si completarono le 60 fondazioni e si persevera con gli impegni assunti. Fra le più significative: nella Striscia di Gaza, ad Aleppo in Siria, a Madaba in Giordania, a Odessa in Ucrania, a Pumpenai in Lituania, a Beit Jala in Palestina, a Lipa nelle Filippine, ad Al Fayoum in Egitto, a Peterborough in Canada, a Ciudad del Este nel Paraguay, a Kallmet in Albania, a Dallas e a Venice in USA, a Granada in Spagna, a Pafos in Cipro, a Ushetu in Tanzania, a Merida in Messico, a Berlino, a Lione, e altre fondazione in luoghi dove già c’erano altre presenze.
Benché “la messe sia grande e gli operai pochi”, e malgrado alcuni sacerdoti ci abbiamo lasciati per seguire la vita diocesana o abbiano lasciato il ministero, la grazia di Dio e la generosità dei religiosi ha mantenuto quasi tutte le fondazioni in piedi, e altre sono state aperte di recente: a Formentera in Spagna, a Wufeng in Taiwan, a Genova, e in Scozia.
Anno della misericordia, anni di misericordia
Il 6 maggio 2010 nel Santuario di "Nostra Signora del Monte" gestito dall’IVE ad Anjara (Giordania) una religiosa del Verbo Incarnato e altre persone hanno visto la statua della Vergine piangere. I test eseguiti in un vicino ospedale hanno confermato che le lacrime apparse sulla statua erano di sangue umano. Di fronte a questo straordinario evento, le autorità religiose e il popolo credente, ma anche musulmani, che visitano numerosi il santuario, ricordarono che nel passato altre immagine avevano lacrimato sangue preannunciando tempi di sofferenza e persecuzione. Infatti, pochi mesi dopo si è verificato un aumento di ostilità in tutto il Medio Oriente . Nonostante le guerre e le crudeli persecuzioni i nostri religiosi continuano in mezzo al pericolo non volendo abbandonare i fedeli cristiani che sono perseguitati in molti luoghi. I padri e le suore dellla Famiglia Religiosa rimangono nell’unica parrocchia cattolica nella Striscia di Gazza e hanno sopportato bombardamenti e distruzione. Da anni lavoriamo a Bagdad e di recente abbiamo cominciato ad aiutare nel seminario caldeo di Erbil, nel Kurdistan iracheno. Da anni si lavora instancabilmente in Tunisia. Nella Città di Aleppo in Siria in mezzo a guerra, distruzione e morte, intensificata negli ultimi mesi, padri e suore rimangono in mezzo ad un popolo martoriale. Ripetutamente papa Francesco ha ricevuto e perfino chiamato in prima persona i nostri religiosi incoraggiando missionari e laici a dare testimonianza di misericordia e fedeltà. «Poco o niente ci interessa arrivare in molti paesi o avere molti membri, se in cambio perdiamo lo spirito. Solo alla Chiesa Cattolica, nella persona di Pietro e dei suoi successori è promessa l’infallibilità e l’indefettibilità. Non perderemo lo spirito fintanto che rimarremo fedeli ad esso e osserveremo la volontà e le intenzioni del fondatore in tutto ciò che costituisce il patrimonio dell’Istituto» (Costituzioni 35).
VII Capitolo Generale
Il 1° luglio 2016 si apre il Capitolo Generale, e cessando l’attuale governo, per 24 giorni l’Istituto sarà in mano di un’assemblea di 64 padri capitolari provenienti da tutto il modo e riuniti per tracciare le linee guida per i prossimi 6 anni. Sarà un segno visibile della carità che è il fine della vita religiosa, carità che regna nelle nostre comunità quotidianamente e che si fa tangibile in questi incontri come lo ha auspicato padre Carlos Buela durante il Capitolo de 1994: “Deve essere un segno vero, credibile, affidabile e convincente. Di cosa? dell'unità di tutti i membri nella carità. Questa è, per così dire, la cosa più importante di un Capitolo Generale. Al di là dell'elezione dei dirigenti; al di là del dibattito legislativo, vale a dire le leggi che sappiamo di dover dare; al di là di studiare la migliore distribuzione dei membri per la maggior gloria di Dio e il bene delle anime ... Al di là di tutto ciò, per quanto importante, sta il fatto di essere un segno di unità nella carità. La carità che, per via della nostra professione religiosa, diciamo di voler vivere in pienezza, nella sua più alta perfezione".