Una Visione Providenziale Della Vita

"Tutto collabora al bene..." (ROM 8,28)

In un mondo che si agita circondarsi di sicurezze umane, che si affanna per fuggire dalla sofferenza e che persegue solo piaceri, che esplora le scienze per la promessa che gli assicureranno il domani, che concepisce la vita e la stessa felicità come prodotto delle sue mani…

Noi, i membri dell’Istituto del Verbo Incarnato, crediamo che Dio cammini insieme all’uomo[1].

Cioè, “Dio che, come Padre onnipotente e saggio è presente e agisce nel mondo, nella storia di ogni sua creatura, perché ogni creatura, e specificamente l’uomo, sua immagine, possa realizzare la sua vita come un cammino guidato dalla verità e dall’amore verso la meta della vita eterna in Lui”[2]. Credere in Dio e credere nella sua Provvidenza sono atti inseparabili[3].

In questo senso noi, i membri dell’Istituto del Verbo Incarnato, abbiamo “un modo particolare di dare gloria a Dio ed è il confidare senza limiti nella sua Provvidenza, basati nel suo disegno di salvezza, che si manifesta in modo eminentissimo nell’Incarnazione. Per questo ci sforziamo ad apprendere a guardare tutto come venuto da Colui che non si dimentica neanche di un passero… e ha contati perfino i nostri capelli[4]. Perché come insegna San Paolo tutto concorre al bene di coloro che amano Dio[5][6].

E “dicendo tutto, sappiamo che Dio non fa eccezione di nulla. E lì si includono tutti gli avvenimenti, prosperi o avversi, quello concernente il bene dell’anima, i beni di fortuna, la reputazione, tutte le condizioni della vita umana (famiglia, studio, talenti, ecc.), tutti gli stati interiori che passiamo (godimenti, gioie, privazioni, aridità, disgusti, tedi, tentazioni, ecc.), fino alle mancanze e agli stessi peccati. Tutto, assolutamente tutto”[7].

Ebbene, “dicendo concorre per il bene, si intende che coopera, contribuisce, succede, per il nostro bene spirituale. Per questo è nostro proposito più sincero giungere ad avere questa visione e non quella carnale o mondana. E così, cerchiamo di vedere tutto alla luce dei disegni amorosi della Provvidenza di Dio, che solo l’uomo spirituale scopre: lo spirituale giudica tutto[8]. E vogliamo credere con fermezza incrollabile che anche gli avvenimenti più avversi e opposti alla nostra veduta naturale, sono ordinati a Dio per il nostro bene, sebbene non comprendiamo i suoi disegni e ignoriamo il fine a cui ci vuole portare”[9].

In Più è anche certo che “da parte nostra dobbiamo soddisfare una condizione perché questa accada. Per questo l’apostolo aggiunge di coloro che amano Dio, cioè, coloro la cui volontà è unita e sottomessa a quella di Dio. Per questo cerchiamo anzitutto gli interessi e la gloria di Dio, stando disposti a sacrificare tutto senza riserve, persuasi che nulla è vantaggioso come abbandonarsi nelle mani di Dio, in tutto ciò che a Lui piaccia ordinare, come ci ha dato ad intendere Gesù: se qualcuno mi serve, il Padre mio lo onorerà[10]. Solo Lui conosce tutto, anche la nostra anima, sentimenti, carattere, le molle segrete che occorre muovere per portarci al cielo, gli effetti che quella o l’altra cosa produrranno in noi, e ha a disposizione tutti i mezzi. Per questo, se amiamo Dio è impossibile che ci sia qualcosa nel mondo che non concorra e contribuisca al nostro bene”[11]. Vivendo in questo modo, noi vogliamo che la nostra stessa vita sia un culto alla Divina Provvidenza[12].

Appoggiati incomprensibilmente alla Divina Provvidenza, il nostro è portare a capo il lavoro missionario in qualunque parte del mondo specialmente nei “luoghi più difficili e nelle condizioni più avverse”[13]. Semplicemente perché “Dio è infinitamente grande, Dio è infinitamente potente e si trova in ogni luogo. E la sua provvidenza si manifesta in cielo, sulla terra e in tutti i luoghi. E non c’è posto sulla terra nel quale non operi la Provvidenza amorosa di Dio”[14].

Di conseguenza, essendo tutte le nostre opere fondate nella Provvidenza Divina, il chiedere l’elemosina è parte del nostro programma. Questo lo spirito che ci è stato tramandato e così vogliamo continuare a fare per l’importante valore apostolico che comporta la testimonianza di povertà. E dobbiamo dire in tutta sincerità che incessantemente sperimentiamo che Dio non si lascia vincere in generosità.

Per quanto detto dunque, questa visione provvidenziale della vita che ci sforziamo di vivere i membri dell’Istituto del Verbo Incarnato è un elemento non negoziabile aggiunto al nostro carisma.

«Tutto è disposto per il bene di coloro che amano Dio» (San Paolo).

[1] Cfr. San giovanni Paolo II, Udienza Generale (11/06/1986).

[2] San giovanni Paolo II, Udienza Generale (30/04/1986).

         [3] Catechismo della Chiesa Cattolica, 308.

[4] Cfr. Lc 12,6-7.

[5] Rm 8, 28.

[6] Cfr. Direttorio di Spiritualità, 67.

 

[7] Ibidem.

[8] 1 Cor 2, 15.

[9] Cfr. Direttorio di Spiritualità, 67.

[10] Gv 12, 26.

[11] Cfr. Direttorio di Spiritualità, 67.

[12] Cfr. Costituzioni, 63.

[13] Direttorio di Spiritualità, 86.

[14] Cf. P. Carlos Buela, IVE, Omelia  nel Seminario “Maria, Madre del Verbo Incarnato” (11/10/1998).